Il contrasto ai reati ambientali diventa più incisivo grazie al ricorso al diritto penale. Con il Decreto Legge 116/2025, in vigore dal 9 agosto e ora in conversione in Parlamento, il Governo ha introdotto misure più severe contro le attività illecite in materia di rifiuti.
La riforma nasce dall’esigenza di rispondere alla condanna inflitta all’Italia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo per i gravi fenomeni di inquinamento nella cosiddetta “Terra dei fuochi”.Le nuove disposizioni costituiscono parte integrante del Piano d’azione che l’Italia deve presentare al Consiglio d’Europa.
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Abbandono di rifiuti: pene più severe
Il decreto modifica il Testo Unico dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006) in materia di abbandono di rifiuti: – Rifiuti non pericolosi → contravvenzione, con ammenda da 1.500 a 18.000 €. Per imprese o enti anche arresto da 6 mesi a 2 anni o ammenda da 3.000 a 27.000 €. – Se commesso con veicoli a motore → sospensione della patente da 1 a 4 mesi. – Rifiuti di piccole dimensioni (es. mozziconi) → sanzione amministrativa da 80 a 320 €. – Casi particolari → il reato diventa delitto, con reclusione da 6 mesi a 5 anni. Per i titolari di imprese la pena va da 9 mesi a 5 anni e 6 mesi.
Abbandono e gestione di rifiuti pericolosi
L’abbandono di rifiuti pericolosi diventa delitto, con pene da 1 a 5 anni di reclusione. Nei casi più gravi, fino a 6 anni e 6 mesi per i titolari di imprese o enti.
Anche gestione abusiva, discarica non autorizzata e spedizione illegale di rifiuti diventano delitti: – Non pericolosi → reclusione da 6 mesi a 3 anni. – Pericolosi → reclusione da 1 a 5 anni. – Casi particolari → pene più severe, fino a 6 anni e 6 mesi.Discariche abusive e spedizioni illegali
– Discarica non autorizzata → reclusione da 1 a 5 anni (fino a 7 anni se coinvolge rifiuti pericolosi). È prevista la confisca dell’area. – Spedizione illegale di rifiuti → reclusione da 1 a 5 anni, aumentata fino a un terzo per i pericolosi.
Combustione illecita di rifiuti
Il decreto inasprisce le pene per la combustione illecita di rifiuti: – Non pericolosi → reclusione da 3 a 6 anni. – Pericolosi → reclusione da 3 anni e 6 mesi a 7 anni. – Se segue un incendio, le pene aumentano fino alla metà.
Novità in materia di indagini
Il decreto introduce strumenti investigativi più incisivi: – Arresto in flagranza differita. – Operazioni sotto copertura.
Queste misure si applicano a tutti i principali reati ambientali, compresi i nuovi delitti introdotti.Contatta il nostro Studio Legale Penale a Napoli per saperne di più!
Il ruolo dell’avvocato penalista a Napoli in merito al decreto rifiuti
Le novità introdotte con il Decreto Legge 116/2025 rappresentano un cambio di passo più o meno importante nella lotta ai reati ambientali. Le conseguenze per imprese, enti e privati sono rilevanti, con pene molto più gravi rispetto al passato.
Rivolgersi a un avvocato penalista esperto in illeciti contro l’ambiente a Napoli è fondamentale per affrontare procedimenti penali di questo tipo, valutare eventuali responsabilità e predisporre una strategia difensiva adeguata.Se hai bisogno di assistenza legale in materia di reati ambientali, contatta lo Studio Legale Passante per una consulenza mirata.
FAQ
Quali sono i nuovi reati introdotti dal Decreto 116/2025?
I nuovi reati introdotti da Decreto 116/2025 sono gestione abusiva, discarica non autorizzata, spedizione illegale di rifiuti e abbandono di rifiuti pericolosi diventano delitti, con pene fino a 7 anni di reclusione.
Cosa si intende per casi particolari in merito al decreto rifiuti?
Per casi particolari il merito al decreto rifiuti si intendono situazioni che comportano pericolo per la salute, compromissione di ecosistemi o che riguardano siti contaminati.
È prevista la sospensione della patente all’interno del nuovo decreto rifiuti?
Sì, è prevista la sospensione della patente all’interno del nuovo decreto rifiuti se i reati sono commessi con veicoli a motore.
Un’impresa può essere coinvolta nei reati previsti nel decreto rifiuti?
Sì, un’impresa può essere coinvolta nei reati previsti nel decreto rifiuti. Le pene sono aggravate per titolari di imprese o enti, con possibilità di confisca di aree e mezzi utilizzati.

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