I reati tributari costituiscono una delle aree più complesse del diritto penale dell’economia e coinvolgono condotte di evasione, frode e inadempienza fiscale punibili penalmente.
Queste fattispecie, disciplinate principalmente dal D.Lgs. n. 74/2000, non riguardano semplici violazioni amministrative, ma comportamenti dolosi che determinano un danno rilevante all’erario.
Il nostro Studio Legale Penale a Napoli, guidato dall’Avvocato Gaetano Passante, fornisce consulenza specializzata in materia di difesa nei procedimenti per reati tributari, mettendo a disposizione competenze multidisciplinari, che spaziano dall’analisi giuridica a quella contabile e fiscale.
Quali sono i reati tributari
Qui di seguito illustreremo nello specifico alcune tipologie di reati tributari.
Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
Questo reato, previsto dall’art. 2 del D.Lgs. 74/2000, si verifica quando il contribuente, per ridurre artificialmente il proprio carico fiscale, utilizza nella dichiarazione annuale elementi fittizi ricavati da fatture per operazioni mai avvenute o documenti alterati.
Il fine è quello di creare una falsa rappresentazione della realtà economica e contabile, con lo scopo di beneficiare di indebite detrazioni o deduzioni d’imposta. La condotta è considerata di particolare gravità ed è punita con la reclusione da quattro a otto anni.
Dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici
Ai sensi dell’art. 3 del medesimo decreto, rientrano in questa categoria le condotte fraudolente che non comportano l’uso di documenti falsi, ma che si realizzano mediante artifici contabili.
È il caso, ad esempio, della sovrafatturazione, delle scritture contabili inesatte o delle operazioni simulate, che vengono utilizzate per alterare i dati di bilancio. La norma punisce tali comportamenti con la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni.
Dichiarazione infedele
L’art. 4 del D.Lgs. 74/2000 disciplina l’ipotesi della dichiarazione infedele, ovvero quando il contribuente, pur presentando la dichiarazione nei termini, omette di indicare parte dei redditi percepiti o inserisce componenti negativi inesistenti.
Affinché la condotta sia penalmente rilevante è necessario che il valore dell’imposta evasa superi le soglie previste dalla legge. La pena prevista è la reclusione da uno a tre anni.
Omessa dichiarazione
Questo reato, previsto dall’art. 5, si verifica quando il contribuente non presenta la dichiarazione dei redditi o IVA oltre il termine di 90 giorni dalla scadenza.
È una condotta che può essere espressione di una volontà elusiva o di una grave negligenza, specie se reiterata nel tempo. La norma sanziona l’omessa dichiarazione con la reclusione da un anno e sei mesi a quattro anni.
Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti
Ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 74/2000, è reato anche emettere fatture false a beneficio di altri soggetti, indipendentemente dal fatto che vengano utilizzate o meno in una dichiarazione fiscale. L’obiettivo è quello di favorire condotte evasive altrui, creando una catena documentale artefatta. La pena prevista è la reclusione da quattro a otto anni.
Occultamento o distruzione di documenti contabili
L’art. 10 punisce l’occultamento o la distruzione delle scritture contabili, con l’intento di impedire la ricostruzione dei flussi finanziari aziendali da parte dell’autorità tributaria.
Si tratta di una condotta particolarmente grave, spesso associata ad altre forme di frode fiscale. È prevista la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni.
Omesso versamento di ritenute dovute o certificate
L’articolo 10-bis del D.Lgs. 74/2000 disciplina il reato di omesso versamento di ritenute dovute o certificate.
Il reato si configura quando il sostituto d’imposta trattiene correttamente le ritenute IRPEF sulle retribuzioni dei dipendenti, ma omette di versarle allo Stato. La soglia di punibilità è fissata a 150.000 euro per ciascun periodo d’imposta.
La condotta è considerata grave in quanto le ritenute, pur trattenute a titolo di imposta, non vengono riversate, danneggiando così le casse erariali. La pena prevista è la reclusione fino a 3 anni e 6 mesi.
Omesso versamento dell’IVA
L’art. 10-ter punisce l’omesso versamento dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) dovuta in base alla dichiarazione annuale.
Anche in questo caso, il superamento della soglia di 250.000 euro fa scattare la responsabilità penale. È un reato particolarmente frequente tra i contribuenti in difficoltà economica, ma la giurisprudenza è chiara nel ritenere che la crisi di liquidità non esclude automaticamente il dolo. La pena prevista va da sei mesi a due anni di reclusione.
Indebita compensazione di crediti non spettanti
Ai sensi dell’art. 10-quater, è punito penalmente l’uso in compensazione di crediti inesistenti o non spettanti al fine di estinguere debiti fiscali.
Il sistema F24 consente al contribuente di compensare crediti e debiti, ma la normativa penale interviene quando il credito utilizzato è fittizio.
La pena varia da sei mesi a due anni, ma può salire se si tratta di crediti inesistenti, per i quali è prevista la reclusione da un anno e sei mesi a sei anni.
Sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte
L’art. 11 del D.Lgs. 74/2000 reprime le condotte fraudolente tese a eludere l’esecuzione forzata da parte dell’amministrazione finanziaria.
Rientrano in questa ipotesi gli atti simulati, le vendite fittizie, le intestazioni a terzi o l’alienazione dei beni prima del pignoramento. Il bene giuridico protetto è l’interesse dello Stato a riscuotere le imposte.
La pena è la reclusione da sei mesi a quattro anni.
La confisca nei reati tributari
Nei reati tributari la confisca può avere forma diretta o per equivalente. In caso di condanna, il giudice deve disporre la confisca del profitto derivante dal reato.
Se non è possibile identificare esattamente i beni collegati al profitto illecito, si può procedere con la confisca per equivalente, ovvero su altri beni di valore equivalente.
È una misura patrimoniale finalizzata a contrastare l’arricchimento ingiustificato derivante da condotte fraudolente.
Ti serve un Avvocato per bancarotta fraudolenta a Napoli? Siamo disponibili anche per questo: contattaci per saperne di più!
Prescrizione nei reati tributari
Il termine di prescrizione per la generalità dei reati tributari è pari a sei anni, estendibile a sette anni e sei mesi in presenza di atti interruttivi.
La prescrizione decorre dalla consumazione del reato, salvo eventi che ne sospendano o interrompano il corso.
Con la Riforma Cartabia si è previsto che la durata del processo non debba essere irragionevole, favorendo la celere definizione dei procedimenti penali.
La causa di non punibilità prevista dall’art. 13 D.Lgs. 74/2000
Il legislatore ha introdotto una causa di non punibilità che consente al contribuente di evitare la condanna penale attraverso il pagamento del debito tributario.
L’art. 13 del D.Lgs. 74/2000 stabilisce che, nei reati meno gravi, se prima dell’apertura del dibattimento il soggetto paga interamente quanto dovuto, comprensivo di interessi e sanzioni, il fatto non è punibile. Tale meccanismo costituisce un forte incentivo alla regolarizzazione spontanea delle posizioni fiscali irregolari.
Reati tributari: conclusioni
I reati tributari richiedono una difesa tecnica e strategica, poiché intrecciano profili fiscali, contabili e penali.
Il nostro Studio Legale Penale a Napoli assicura una consulenza attenta e tempestiva, ad esempio anche se stai cercando un Avvocato per compliance aziendali e modelli organizzativi a Napoli, con l’obiettivo di valutare ogni possibile margine difensivo, inclusa l’ipotesi di definizione anticipata del procedimento. Il supporto di consulenti fiscali e l’analisi dettagliata delle contestazioni permettono di costruire una linea difensiva solida e credibile.
L’obiettivo principale del nostro Studio Legale Penale a Napoli, fondato dall’Avvocato Gaetano Passante, è garantire una difesa legale di qualità e tutelare i diritti dei nostri assistiti.
Se hai bisogno di un avvocato penalista a Napoli, non esitare a contattarci per una consulenza personalizzata.
FAQ – Domande frequenti
🔹 Qual è la soglia per l’omesso versamento IVA?
È di 250.000 euro per ciascun periodo d’imposta. Oltre tale soglia si configura il reato previsto dall’art. 10-ter del D.Lgs. 74/2000.
🔹 È possibile evitare la condanna in caso di reato tributario?
Sì, mediante il pagamento integrale del debito fiscale prima del dibattimento, secondo quanto previsto dall’art. 13 del D.Lgs. 74/2000.
🔹 Il gratuito patrocinio è applicabile anche nei reati fiscali?
Sì, a condizione che il richiedente dimostri di possedere un reddito inferiore ai limiti previsti dalla legge e non svolga attività economica rilevante.

Hai bisogno di un Avvocato esperto?
